Buongiorno, chiedo consiglio e aiuto terapeutico per paziente donna 47 anni, affetta da epilessia in terapia con valproato di sodio, lieve ritardo cognitivo, malattia policistica epatorenale con insufficienza renale cronica,che ha sviluppato una dipendenza da smartphone e verosimilmente, a quanto dice il padre convivente, un disturbo da accumulo.
Secondo voi quale stategia tepeutica può essere più utile e meno dannosa per la paziente, tra l’impiego di ARIPIPRAZOLO a basso dosaggio e FLUVOXAMINA pure a basso dosaggio? L’intento sarebbe quello di provare a ridurre gli atteggiamenti di dipendenza.
Grazie per la vostra cortese disponibilità.
Buongiorno, solo il 25% circa di aripiprazolo è eliminato per via urinaria e quindi non ci sono particolari problemi per un paziente in insufficienza renale, sopratutto se la filtrazione glomerulare è tra 15 e 90 mL/minuto.
Secondo la scheda tecnica americana, non è necessario un aggiustamento di dose Per Fluvoxamina, il 94% è escreto per via urinaria. A mio parere, conviene non usare dosi troppo alte, anche se alcuni articoli (vd ad esempio quello allegato) non indicano la necessità di usare dosi più basse.
La scheda tecnica italiana suggerisce: I pazienti affetti da insufficienza epatica o renale devono iniziare con una dose bassa ed essere attentamente monitorati.
AF
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